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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

«Flamenco e Cioccolato» di Maria Pia Latorre: coniugare contrasti ed opposti nel perimetro del sentire umano

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La sensualità raccolta di una danza popolare latina insieme alla superba eleganza di un walzer inglese; la spigolosa audacia di un tacco insieme alla divina morbidezza di un velo; la prepotente espressività di un flamenco insieme alla tentatrice fluidità del cioccolato. Traducendo queste immagini in versi, il progetto che ne viene fuori è la silloge di Maria Pia Latorre, Flamenco e cioccolato , edito nella collana Civico 16 per i tipi di G.C.L. Edizioni, Pulsano (TA) 2022. O forse il contrario. M. P. LATORRE, Flamenco e cioccolato , G.C.L. Edizioni, Pulsano (TA) 2022 Acquista il libro al miglior prezzo disponibile Le partizioni in cui è possibile suddividere l'opera, non solo strutturalmente e tematicamente ma anche e forse soprattutto dal punto di vista dell'approccio e del sentire, consentono di porsi di fronte non già ad un corpus unico quanto piuttosto a un percorso per tappe che in qualche modo si fa sintesi del rapporto fra il soggettivo e l'oggettivo, fra l'occ

Beppe Costa: «La poesia per Davoli, rifugio e rivoluzione». «Carne e sangue», una delle opere del poeta pugliese.

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Avevo già scritto poche ma sentite righe sulla Poesia di Vito Davoli, scorrendo fra i due libri avuti e piuttosto fra alcune che apparivano nel suo profilo in rete, come “Chiedo scusa” e “Vlora”. Come ho spesso dichiarato non sono un critico, specie nel campo della martoriata poesia e dei poeti.  Si tratta spesso di poeti e scrittori falliti che senza ritegno usano la rete per abbindolare chi ancora ignaro si avvicina al mondo arido e corrotto da presunti editori e/o letterati, una selva indegna dov’è difficile salvarsi. Ci sono alcuni che copiano note critiche di saggisti tedeschi riportandoli pari pari come introduzione a libri di ignari autori.  Inversamente ci sono alcuni, come Vito, che la poesia la vivono molto seriamente come una sorta di vita parallela, come rifugio e rivoluzione. In questi giorni, con la pubblicazione, autori di grande autorevolezza hanno scritto sul volume e quindi non aggiungo che poche ma importanti righe e che riguardano la grande generosità (merce rarissi

Il look dei pirati, il rapimento di Platone e il trattamento riservato a prigionieri e malfattori

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Quale aspetto avevano i pirati dell'antichità? Corrisponde il loro look al nostro immaginario collettivo? E che tipo di trattamento riservavano ai loro prigionieri o quale destino attendeva loro stessi una volta catturati? Sono domande lecite e particolarmente affascinanti per rispondere alle quali ci vengono in soccorso una serie di epigrafi (quindi documenti ufficiali, non opere letterarie) tra le quali scegliamo alcune utili a rispondere a queste domande. Partendo dalla seguente, databile fra il II e il I sec. a.C. costituita da una stele di marmo scuro, reperita presso Astipalea, delle dimensioni di 0,75 in altezza; 0,44 in larghezza; 0,36 in profondità.  Nella parte superiore è sormontata da una cimasa mentre è abrasa nella parte inferiore, con lettere elegantemente incise.       Ἔδοξεν τῆι βουλῆι καὶ τῶι δήμωι · Μοσχίων Μενέτου         [ε]ἶπεν · προγραψαμένων εἰς τὴν βουλὴν τῶν στρα-         [τ]ηγῶν ὑπὲρ τ[ιμῶν τῶι δήμωι τῶι Ἀστ]υπαλαιέων 4        [ὅ]τι Ἀστυπ[αλαιεῖς ἄνδρες