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Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

Simone Principe legge «Mia vita cara» di Antonia Pozzi (a cura di Elisa Ruotolo)

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Desideroso di poesia, ho recuperato tra gli scaffali della mia libreria, un volumetto di cento poesie curato da Elisa Ruotolo ed edito nel 2019 da InternoPoesia. Iniziando a leggere, senza vedere chi fosse l’autore, ho subito compreso dalla prima poesia “Cencio” che la penna era quella di Antonia Pozzi . «C’era uno straccetto celestino / sopra il muro / tutto sgualcito di ditate rosa / tenuto su da due borchie di stelle / ed io lì sotto / come un cencio cinerino / in cui la gente incespica / ma che non val la pena di raccogliere / – lo si stiracchia un po’ di qua e di là coi piedi / e poi / a calci / lo si butta via ». Versi che non necessitano di vocaboli ricercati, poiché è profonda e veemente la nudità del sentimento, che muta in semplicità attraverso un tessuto vecchio e logoro, similitudine d’una persona emarginata, inascoltata. Poesia che valica ogni tempo, che respira attraverso la pelle di chi vive l’emarginazione, per la sua “diversità” o per la troppa “vicinanza” a residui d

Discutendo di «MR.ME» di Maurizio Evangelista nel Salotto del Menestrello

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Quasi una serata fra amici con 𝗠𝗮𝘂𝗿𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗘𝘃𝗮𝗻𝗴𝗲𝗹𝗶𝘀𝘁𝗮 e 𝗚𝗶𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗣𝗮𝗹𝘂𝗺𝗯𝗼, ospiti nel  salotto letterario de La Casa del Menestrello di Domenico Faniello a conversare amabilmente di passioni condivise: la poesia e in specie la recente silloge di Maurizio Evangelista dal titolo 𝗠𝗿.𝗠𝗲 (Arcipelago Itaca 2022). Di seguito il video della 102° puntata de La Casa del Menestrello e p er chi volesse approfondire, alcuni link utili di seguito: Acquista copia di Mr.Me sul sito dell'editore Arcipelago Itaca Leggi recensione di Gianni Antonio Palumbo sul blog del Giano Bifronte Critico Leggi recensione di Vito Davoli su questo blog

XXV Encuentro de Poetas Iberoamericanos 2022 a Salamanca (Spagna): l'antologia dell'incontro "Poiesis en Helmántica" e l'opera vincitrice del premio "Pilar Fernandez Labrador"

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65 poeti da ben 17 diversi paesi del mondo iberoamericano presenti, in sede e on-line, al  XXV Encuentro de Poetas Iberoamenricanos , organizzato dal poeta salmantino peruviano prof. Alfredo Pérez Alencart con il Patrocinio del Ayuntamento de Salamanca , capitale culturale europea e sede della prestigiosa Università di Salamanca . Ho avuto l'onore e il privilegio di prendere parte in qualità di ospite a questa tavola rotonda di poesia, nella segunda mesa in rappresentanza dell'Italia, il giorno 8 ottobre 2022, poi trasmessa on-line il 15 ottobre, insieme all'illustre poetessa  Mìa Gallegos Dominguez (Costa Rica) e i giovani poeti Amanda Sorokin (Spagna), Ulises Paniagua Olivares e Antonio Ojeda (Messico). Di seguito il video: Durante l'incontro ho avuto la possibilità di leggere due mie poesie in italiano e spagnolo: l'indeita Crollino i blocchi , che riporto qui di seguito, e La mia solitudine , edita nel volume Carne e sangue (Tabula fati 2022) e pubblicata

L'espressione del dolore in tre liriche di Ada de Judicibus Lisena

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Sebbene «non so dove dimora», alla fine «venne il dolore / e devastò le notti». Sono alcuni versi con cui la poetessa Ada de Judicibus Lisena non schiva né raggira il dolore ma gli si pone di fronte, lo osserva, lo esamina e soprattutto lo vive lasciandosi attraversare senza opporre resistenza ma senza risparmiarlo al necessario “ridimensionamento” lirico. IL DOLORE   Venne il dolore. Fu il genito animale, l'urlo del corpo vittima del corpo tiranno che annichilì il pensiero umiliò la poesia. Scese la spada che sulle attese incombeva e minacciava i sogni. Il pozzo inghiottì a vertigine.     Venne il dolore e devastò le notti, rese piombo il cielo. Il dolore nostra amara, nostra nuda umanità. da La pioggia imminente , Edizioni Mezzina, Molfetta 2000 È espressione calda e meditata di un sentimento del quale si ha piena coscienza se accanto al “dolore di vivere” esiste pure la consapevolezza del dolore nell’ esistenza, che ha margini pur definiti nell’individualità («l’urlo del corpo v

Loredana Lorusso legge «Carne e sangue»

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Carne e sangue. Resti della mattanza che il tempo fa delle emozioni. Monologhi, soliloqui, quasi racconti in cui Vito Davoli pone dubbi e perplessità su sé stesso e sul suo tempo proprio in quanto poeta. Non c’è poesia in questa silloge che non contenga la parola TEMPO, presenza figurale del nostro essere nel mondo.  Il tempo di cui il poeta ama e teme caratteri ineludibili. La fugacità del tempo:  « Io so di creare soltanto un ricordo » ("Fugacità"); « Adesso studio le rovine più alla luce » ("Come in un attimo").  Il movimento del tempo che è proprio di un amplesso: « Nel senso di uno sconcio sempiterno » ("Come giostra che non gira in tondo"); « Dondolo appeso ai fili di un ragno tenace » ("Di ieri, oggi e ancora domani"). L’instabilità del tempo:  « Sopra la linea di confine in equilibrio incerto » ("La Linea"). Il tempo come specchio a cui il poeta sfugge: « quando posso evito di guardare » ("In Bilico");  « Sono il piace

«Il figlio del torero» una poesia di Elena Diomede tradotta in spagnolo

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Di seguito una poesia di Elena Diomede dal titolo Il figlio del torero , tratta dalla silloge E Dedalo è in me (Ed. Rupe Mutevole 2020) tradotta in spagnolo. E. DIOMEDE, E Dedalo è in me , Rupe Mutevole 2020 Acquista il libro al miglior prezzo disponibile Recentemente inserita nell’antologia La poesia delle donne in Puglia a cura di Daniele Giancane (Tabula fati 2022), Elena Diomede è poetessa di lungo corso. Già insegnante nella scuola primaria, per un decennio ha speso le sue competenze pedagogiche presso l’Istituto Nazionale di Ricerca IRRSAE. Da più di un ventennio coordina il sodalizio Comunicazione Plurale (1998). Ha pubblicato: Tristezza azzurra (Marser, Roma 1974); Spezzare il cerchio (Interventi culturali, Bari 1978); Amore cannibale (Il grillo, Gravina di Puglia 2014); E Dedalo è in me (Rupe mutevole, Bedonia 2020). È presente in numerose collettanee ed è inserita nello studio monografico dell’Università di Lecce, a cura di Patrizia Guida, Scrittrici di Puglia. Percor

Le postille di GIULIA NOTARANGELO a «Carne e sangue»

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Un titolo corporeo e materico, in apparenza plebeo, che può spiazzare. Una copertina raffinata con l’immagine de l’Amor sacro e Amor profano di Tiziano, con le figure  femminili invertite, (come mi  ha  fatto notare lo stesso autore)  e dunque dovrebbe rinominarsi Amor profano e Amor sacro . L' Amor sacro e l'amor profano di Tiziano Ad una prima lettura ci si trova ancora una volta  di fronte ad una dimostrazione di bravura, di tecnica, di competenza, di maestria e all’affiorare continuo di una cultura multiforme, policentrica e sedimentata: una sorta di enciclopedismo dei nostri giorni che non può, non lasciare un segno. Questo coinvolgimento appare naturale a chi scrive che forse cerca in chi legge un compagno di viaggio, un interlocutore  da trasportare « in un giovane e fragile gioco come giostra che non gira in tondo ».  C’è di tutto: termini aulici  o specifici, presi in prestito da linguaggi settoriali, preziosismi, citazioni, così come allitterazioni, anafore, rime in

I Tei non ne possono più: una legge piena di imprecazioni contro i pirati

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Sembrerebbe incredibile ma è così: i poveri Tei, vittime di ripetuti attacchi e saccheggi, evidentemente al limite della sopportazione, tirano fuori un decreto ufficiale nel cui testo l'imprecazione - una sorta del nostro più volgare "tu e tutta la razza tua" che sarà certamente meno nobile ma tant'é - diventa addirittura una espressione formulare utilizzata in un documento ufficiale. Documento composto da due frammenti disgiunti di una stessa stele ritrovati presso Teo, cittadina della Ionia poco a sud-ovest di Smirne.   A I ὅστις : φάρμακα : δηλητή|ρια : ποιοῖ : ἐπὶ Τήιοισι|ν : τò ξυνὸν : ἢ 5        ἐπ' ἰδιώτηι, : κ|ὲνον : ἀπόλλυσθαι : καὶ α|ὐτὸν : καὶ γένος : τὸ κένο.:|     II ὅστις : ἐς γῆν : τὴν Τήιην : κ|ωλύοι : σῖτον : ἐσάγεσθαι :| ἢ τέχνηι : 10    ἢ μηχανῆι : ἢ κατ|ὰ θάλασσαν : ἢ κατ' ἤπειρο|ν : ἢ ἐσαχθέντα :            ἀνωθεοίη, : κὲν|ον : ἀπόλλυσθαι : καὶ αὐτ|ὸν : καὶ γένος : τὸ κένο.   B III --|. . ἀπονοσ--| ξύοι : ἐν αὐτῶι--| 5   IV ὅστις : Τήιων