Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2022

Daniele Giancane su «Carne e Sangue»: una proposta poetica di spessore

Immagine
Vito Davoli, che già pubblicò nel 2001 il testo Contraddizioni – che ebbe notevoli letture critiche – libro recentemente ristampato, propone una nuova silloge: Carne e sangue , che presenta molteplici motivi di interesse. Anzitutto, occorre rimarcare l’unità stilistica del volume: non si individuano – come spesso accade in tanti libri di poesia – gli ‘alti’ e i ‘bassi’, ovvero alcune poesie davvero riuscite ed altre di valore inferiore. Qui l’approccio estetico e il ‘tono’ generale sono sempre identici e si risolvono in un fitto monologare: la musa di Davoli è in una scrittura tendente al ‘discorso’, all’interrogazione esistenziale. Non – quindi – il breve testo che illumina e stordisce (diciamo alla Juan Ramon Jimenez o, per altro verso, alla Giuseppe Ungaretti di Porto sepolto) e neppure, in verità, il testo che tende al poema (alla Neruda). La misura dei testi di Davoli è di venti/trenta versi o giù di lì (solitamente, tranne qualche eccezione). In realtà già nel testo di apertura,

«A un certo punto andava detto»: Enio Minervini legge «Appunti di un buonista»

Immagine
Ad un certo punto qualcuno bisognava che lo dicesse; e Vito Davoli lo dice.  Lo dice che il discorso razzista e discriminatorio di chi vuole chiudere le frontiere alla sofferenza umana e lasciare morire chi fugge da sofferenze inimmagi-nabili non può agire nel discorso pubblico e privato in modo indisturbato. Lo dice che il ricatto retorico del buonismo è solo un ricatto disonesto; e ai ricatti bisogna sempre avere la forza di sottrarsi. Lo dice in una lunga conversazione sui social sviluppata prima della pandemia. Ma l’eco delle sue parole risuona ancora oggi mentre migliaia di migranti passano un feroce inverno al confine dell’Unione europea, tra la Polonia e la Bielorussia, riflettendo ad un mondo distratto l’immagine di donne, uomini e tanti, tantissimi bambini che muoiono di freddo e fame in faccia alla nostra indifferenza. Lo dice Vito ad un interlocutore sordo, assordato dalle stesse parole che gli rimanda. V. DAVOLI, Appunti di un buonista. Dialoghi social: migrazioni, diritti

«Il pensiero sognante»: Marina Caracciolo legge Ada de Judicibus Lisena

Immagine
È un testo particolarmente sentito e partecipato quello che Marina Caracciolo affida ai tipi di Bastogi col titolo Il Pensiero Sognante. La poesia di Ada de Judicibus Lisena , appena edito. Un ulteriore, profondo contributo analitico e critico che si aggiunge alla già ragguardevole produzione critica a proposito dell’opera della poetessa molfettese che passa attraverso gli importanti contributi monografici di Vincenzo La Forgia e di Marco Ignazio de Santis , senza trascurare un percorso che negli anni ha visto cimentarsi nella lettura della de Judicibus nomi quali Giorgio Barberi Squarotti, Mario Dentone, Domenico Cara, Daniele Giancane, Elena Bono, Vincenzo Cardarelli, Vittoriano Esposito, Anna Santoliquido, Giovanni de Gennaro e altri, tutti inseriti in un opportuno indice dei nomi che offre la possibilità di affrontare percorsi critici secondo prospettive diverse e variegate. Particolarmente presenti nel testo i sentieri aperti negli anni da  Marco I. de Santis  e  Gianni Antoni

La tenerezza del lupo: il commento di Mauro Macario alla mie «Contraddizioni»

Immagine
Caro Vito, ho letto attentamente il tuo bel libro. Non si tratta di «sforzi letterari», come tu li definisci: sono compimenti avvenuti con maestria e rispettabilità e d'altra parte i commenti critici di cui hai goduto lo confermano ampiamente. Li ho letti dopo essermi immerso a lungo e spesso in modo ripetuto nei tuoi versi.  Mauro Macario Non so perché, mi viene in mente di dirti che sei un poeta mosaicista , forse perché a fine libro mi sono reso conto di questo lavoro a incastro, poesia dopo poesia, fino a formare un solo grande mosaico di luci e ombre. Quasi tu avessi pianificato il disegno fin dall'inizio e senz'altro non è così perché la poesia non permette pianificazioni. Ma c'è una pittura interna che s'incontra con quella esterna, una commistione tra due paesaggi morfologici che si fondono in una sincronia di suoni e immagini tra cinema e canto. Canto a volte ispanico per quella calda meridionalità che è un genoma meteopoetico incorporato. Ti preferisco da