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Visualizzazione dei post da agosto, 2022

La sinfonia distonica in «Cinque movimenti e due congedi» di Gianni Antonio Palumbo

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Si tratta di una plaquette edita per i tipi di Vitale (Sanremo 2022) quella con la quale Gianni Antonio Palumbo segna il suo recente ritorno alla poesia dopo Non alla luna, non al vento di Marzo (Schena Editore, 2006). Una pubblicazione dal titolo Poesia in cinque movimenti e due congedi che non si fatica ad immaginare come una sorta di preludio, una ouverture, ad una prossima pubblicazione poetica monografica. E non a caso si utilizza il termine ouverture , quasi spontaneamente suggerito già dal titolo dell'opera. Perché l'impressione che lascia ad una prima lettura è quella di una sinfonia orchestrata consapevolmente secondo dettagli particolarissimi incastrati in una architettura che tende non solo a mostrare senza vergogna alcuna, ma quasi ad evidenziare col coraggio della sincerità, una profonda distonia messa in ordine "melodico" sul pentagramma della vita e della storia. E vita e storia si intrecciano amaramente in una sorta di atto di dolore, di invito ad

Timessa: la donna che sfidò i pirati

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Siamo abituati a pensare che «Le donne nell'Antica Grecia, soprattutto le donne ateniesi (meno le spartane), erano poco più che delle recluse: abitavano in stanze destinate a loro (il gineceo), dalle quali potevano uscire solo in occasione di feste religiose e cerimonie pubbliche» (fonte: Focus del 18 marzo 2020 di Fabrizia Sacchetti). Riporto di seguito un'epigrafe della fine III sec. a.C. particolarmente interessante considerando la figura della protagonista. Raramente e sorprendentemente sembrerebbe essere una donna, Timessa, a contrastare le scorribande di un gruppo di pirati; e a quanto pare con esito positivo. Risulta tanto più curioso quanto meno approfondita è la conoscenza del mondo greco antico, abituati come siamo a filtrarlo attraverso i colossal degli anni '50 o i cartoni della Disney. Eppure non è affatto inusuale incontrare nella culla della civiltà, protagoniste donne nei diversi settori della vita sociale classica, ellenistica e oltre. Utili letture in qu

«Richiami classici che interagiscono con un sapore “rock”»: Marco Cinque legge «Carne e sangue»

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Non oso azzardarmi in una retorica, noiosa e magari persino inutile analisi letteraria per questa nuova raccolta poetica di Vito Davoli. E forse già il titolo, Carne e sangue, dovrebbe sconsigliare un simile approccio. Ho anche pensato che un titolo come questo corra davvero il rischio di essere un deterrente per lettori che hanno della poesia una visione idealizzata ed eterea.  Addentrandomi in questo corpo poetico, attraversando le fibre dei suoi muscoli e scorrendo nel suo sistema venoso, ho avuto come la percezione di una sorta di viaggio di destrutturazione e di ricomposizione della materia poetica, come se l’autore si volesse in qualche modo disfare da tutto ciò che ha appreso – o è stato costretto ad apprendere – ma allo stesso tempo volesse ricostruire un mondo poetico che non sprechi nemmeno una briciola del proprio vissuto, degli insegnamenti avuti, delle gioie, dei dolori, dei sogni, delle disillusioni.  Emergono nei versi molti richiami classici, che interagiscono con un sa