Beppe Costa legge «Notturno della stanza e della terra»
Beppe Costa legge Notturno della stanza e della terra, tratto da Contraddizioni, Leucò 2001.
NOTTURNO DELLA STANZA E DELLA TERRA
Stasera vorrei non dormire,
trascorrere la notte banchettando
fra vassoi di stelle e brocche di luna,
tuffarmi a bocca piena nei segreti
che questo aprile gravido
di nuove primavere
dischiude fra gli inquietanti rossori delle nubi.
Io mi rivolterei
fra polveri divine se potessi,
ma il fango mi è più congeniale:
ne adoro le crepe.
Stasera saprei esplorare
le vene lucenti delle lenzuola,
ogni singolo mistero della notte,
lanciarmi a capo fitto nell’agone
che questa stanza applaude
di me contro me stesso
quello del mondo fuori contro quello della stanza.
Io mi rivolterei
ovunque se potessi
ma vengo dalla terra
e ho terra sotto i piedi.