Oltre vent'anni fa nasceva «Le Passioni di Sinistra»: una breve esperienza ma intensa e carica di contributi

Oltre vent'anni fa. Era il 2001. Navigando, casualmente torna alla memoria e sotto gli occhi uno dei miei ultimi interventi giornalistici, su 𝗟𝗲 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗦𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮, prima della mia lunga pausa di vent'anni che mi ha tenuto lontano dalla letteratura e dalla politica forse per troppo tempo.

Le prime due copertine della rivista


Un'esperienza editoriale entusiasmante alla cui creazione e fondazione mi pregio e mi fregio di aver preso parte (insieme a 𝗩𝗶𝘁𝗼 𝗖𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗼, 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗻𝗼 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼𝗻𝗲, 𝗡𝗶𝗻𝗼 𝗠𝗮𝘀𝘁𝗿𝗼𝗽𝗶𝗲𝗿𝗿𝗼, 𝗣𝗶𝗻𝗼 𝗦𝗽𝗮𝗱𝗮𝘃𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶𝗮, 𝗕𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗠𝗼𝗻𝗴𝗲𝗹𝗹𝗶, 𝗘𝗻𝗶𝗼 𝗠𝗶𝗻𝗲𝗿𝘃𝗶𝗻𝗶, 𝗠𝗲𝗻𝗶𝗰𝗼 𝗖𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗼, 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗔𝗯𝗯𝗮𝘁𝘁𝗶𝘀𝘁𝗮, 𝗚𝗶𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗣𝗼𝗿𝘁𝗮, 𝗚𝗮𝗲𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗖𝗮𝘁𝗮𝗹𝗱𝗼, 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗣𝗼𝗿𝘁𝗮, 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗮 𝗟𝗮 𝗙𝗼𝗿𝗴𝗶𝗮, 𝗕𝗲𝗽𝗽𝗲 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼 e molti altri compagni della prima ora) e di aver creato e curato testata e grafica dei primi numeri insieme a 𝗣𝗶𝗻𝗼 𝗦𝗽𝗮𝗱𝗮𝘃𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶𝗮, nei quali intervennero, tra gli altri, 𝗡𝗶𝗰𝗵𝗶 𝗩𝗲𝗻𝗱𝗼𝗹𝗮, 𝗚𝘂𝗴𝗹𝗶𝗲𝗹𝗺𝗼 𝗠𝗶𝗻𝗲𝗿𝘃𝗶𝗻𝗶, 𝗧𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗗𝗲𝗹𝗹'𝗢𝗹𝗶𝗼, 𝗜𝘀𝗶𝗱𝗼𝗿𝗼 𝗠𝗼𝗿𝘁𝗲𝗹𝗹𝗮𝗿𝗼, 𝗗𝗮𝗻𝗶𝗲𝗹𝗲 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗣𝗲𝗴𝗼𝗿𝗮𝗿𝗶, 𝗘𝗱𝗼 𝗥𝗼𝗻𝗰𝗵𝗶, 𝗚𝗮𝗲𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼𝗻𝗲, 𝗠𝗶𝗰𝗵𝗲𝗹𝗲 𝗟𝗼𝘀𝗮𝗽𝗽𝗶𝗼, 𝗠𝗶𝗺𝗺𝗼 𝗔𝗺𝗮𝘁𝗼, 𝗢𝗻𝗼𝗳𝗿𝗶𝗼 𝗣𝗮𝗽𝗽𝗮𝗴𝗮𝗹𝗹𝗼, 𝗚𝗶𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗣𝗮𝗹𝘂𝗺𝗯𝗼, 𝗙𝗮𝗯𝗶𝗼 𝗧𝗿𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲, 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗭𝗲𝘇𝘇𝗮, 𝗗𝗼𝗺𝗲𝗻𝗶𝗰𝗼 𝗗𝗲 𝗖𝗲𝗴𝗹𝗶𝗮, 𝗚𝗲𝗻𝗻𝗶 e 𝗔𝗹𝗶𝗻𝗮 𝗚𝗮𝗱𝗮𝗹𝗲𝘁𝗮 𝗖𝗮𝗹𝗱𝗮𝗿𝗼𝗹𝗮, 𝗠𝗮𝗿𝗴𝗵𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮 𝗕𝘂𝗳𝗶 e ne dimentico di certo tanti altri con cui mi scuso).

Riflettevamo e ragionavamo sulla sinistra, sulla sua essenza, sulle sue prospettive, sul suo bisogno di ripensarsi interamente in un periodo in cui la sinistra sembrava evaporare identità e vaporizzare i suoi contenuti migliori persa fra incapacità comunicativa e stordimento modernista.

Mi trovai a riflettere proprio sulla comunicazione, sui metodi, i sistemi e i destinatari: una riflessione che forse oggi rivedrei qua e là ma sulla quale il compianto prof. 𝗚𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗗𝗲 𝗚𝗲𝗻𝗻𝗮𝗿𝗼 scriveva: «interessante è il saggio di Vito Davoli [...] in cui mette a confronto i linguaggi politici della Destra e della Sinistra oggi in Italia. La Destra, egli nota, riesce a veicolare un messaggio di facile presa sociale con un sottinteso politico chiaro ed immediato; le motivazioni della Sinistra, invece, staccate dalle forme tradizionali di rappresentazione, il comizio, il corteo, il Sit-in, appaiono poco comprensibili per una pretesa di anonima modernità. Svanito il grande scenario ideologico la Sinistra si frantuma in questioni slegate o si omogeneizza in un manicheismo semplicistico, di fronti contrapposti, indifferente ai problemi concreti. La dicotomia si estende dal linguaggio alla rappresentazione e si approfondisce per una rappresentanza inefficace che non offre più i modelli dell’antifascismo e della Resistenza o i carismatici trascinatori di masse.
Quasi a sostegno delle tesi di Davoli si svolge l’intervento di Angela Colonna e di Vito Copertino, “Le piazze nella vita della città”».
(leggi l'intero articolo: Considerazioni sulla nuova rivista "Le Passioni di Sinistra" di Giovanni de Gennaro)

Ritrovo con infinito piacere i dettagli di questa esperienza alla quale sono rimasto sempre orgogliosamente legato e, attraverso questo ricordo nel quale stasera sono inciampato navigando (e poi dicono che la tecnologia non serva a un granché), approfitto per salutare tutti quegli amici e compagni coi quali quell'esperienza fu condivisa.

Le ultime due copertine alle quali ho collaborato


Il mio contributo:

V. DAVOLI, 𝘓𝘢 𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘭𝘪𝘯𝘨𝘶𝘪𝘴𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘮𝘢𝘴𝘴𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘦 𝘪𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘪𝘮𝘱𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘦 𝘧𝘰𝘳𝘮𝘦 𝘥𝘪 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦 𝘥𝘪 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢𝘯𝘻𝘢, in «Le Passioni di Sinistra» numero 0, settembre-dicembre 2001
clicca qui: https://digilander.libero.it/lepass.../n_0/larivoluzione.htm 

Indice di tutti gli articoli del numero 0:
https://digilander.libero.it/lepassionidisinistra/n_0/index.htm

Indice di tutti i numeri della rivista pubblicati fino al 2007:
https://digilander.libero.it/lepassionidisinistra/lista.htm

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