«Al mondo serve la salute della poesia»: Ali Al Ameri al Festival Internazionale di Poesia di Madellin (Colombia)

La scena attuale del mondo è ancora oscura, l'universo è immerso in tenebre, buio, sangue e dolore. Al pari dei virus, la vecchia colonizzazione ha avuto nuove "mutazioni". Nonostante il mondo, nel campo delle tecnologie moderne, stia assistendo a uno sviluppo fuori dal comune, i valori umani sono in costante declino. La povertà si sta espandendo nei continenti, le guerre continuano ad esplodere e il "razzismo geografico" è in aumento. La feroce globalizzazione vede la natura come 'fortuna' nelle tasche, e le principali nazioni vivono del 'fuoco degli altri'. Nel XXI secolo, la Palestina è ancora occupata, l'occupazione continua in altre regioni del mondo, e la sofferenza dei popoli, padroni originari, per l'ingiustizia storica continua nelle "riserve umane".




Il mondo è disturbato e ha bisogno di un sanatorio di poesia per restituire all'essere umano la sua anima perduta. Si rende necessaria una fratellanza poetica tra le diverse culture, al fine di riconsiderare i più alti valori umani che vengono devastati da una globalizzazione brutale, ogni giorno più potente e penetrante.

Nel mondo di oggi, è possibile rendersi conto di come, su questa terra, siano costruite l'ignoranza, la povertà, la morte e l'industria della sottomissione. Vediamo come i valori si trasfigurino e cambino, come il furto diventi una "professione", e l'amore sia considerato una debolezza nonostante sia la forza più potente. La sottomissione si trasforma in tolleranza, anche se questa può essere stabilita solo dalla volontà del sopraffatto dopo aver recuperato i suoi diritti saccheggiati, la terra assalita e la dignità umana dilapidata.

Oggi assistiamo a come questo nuovo mondo selvaggio avveleni quotidianamente l'universo, a come alcuni paesi saccheggiano le risorse di interi continenti provocando conseguenti carestie. Vediamo la maniera con cui i popoli indigeni vengano trasformati in "sconosciuti" al di fuori del tempo e della geografia, come si sia occupata la loro storia, come si sia deformata la loro cultura, e distrutti i loro valori basati sulla glorificazione della montagna, dell'uccello, del fiume e della foresta.

Vediamo il nome della tribù Apache manipolato, trasformato in una macchina per uccidere e distruggere sotto forma di aereo. Vediamo come coloro che resistano all'occupazione siano ritratti come "aggressori", e non come vittime. Per questi e motivi e molti altri, abbiamo bisogno quanto prima dello spirito della poesia in questa era di ingiustizia e di assenza umana, non di farne un numero nelle statistiche di consumo. Abbiamo bisogno di una poetica globalizzazione umana, non di una globalizzazione selvaggia. La poesia continua ad essere sempre la coscienza viva dell'umanità e la voce dell'amore che oltrepassa frontiere e tempi.

La poesia è amore, è una via per la conoscenza intuitiva, illumina la vita, rivela l'essenza ed esplora la capacità di infiammarsi dentro e fuori. La poesia non è un capriccio alfabetico, ma è come lavorare nella fiamma interiore dell'anima. La poesia è una voce rinnovata che si confronta con l'oppressione, una mano che tocca la bellezza nascosta nella vita, nel tempo e nell'anima. L'uomo è un universo concentrato, che armonizza le qualità della stella, del fiume, del cavallo, del fulmine, degli uccelli, degli alberi, della pietra, della nube, della montagna, del vento e della meteora. Di conseguenza, gli astronomi riusciranno a scoprire nuovi pianeti, lune, stelle e galassie nell'universo, mentre ci sono pianeti che sono ancora nascosti nell'anima umana, che possono essere esplorati solo attraverso la poesia.

Intervento di Ali Al Ameri al Festival Internazionale di Poesia di Madellein, Colombia
Traduzione dall'arabo allo spagnolo di Abeer Abdel Hafez
Traduzione all'italiano di Vito Davoli

* * *

Ali Al Ameri è un poeta, pittore e giornalista giordano di origine palestinese, nato a Waqqasa nel 1962. Ha trascorso la sua infanzia nel villaggio di Qulaiat, in Giordania, ed è tornato in Palestina, la sua patria, nel 2014, quando è stato invitato a leggere alla fiera internazionale del libro della Palestina. Ha pubblicato tre libri di poesie: Le mie intuizioni... Le mie mani sconosciute, 1993; Eclissi bianca, 1997 e Un filo stregato, 2012. Ha partecipato a numerosi festival di poesia araba in Giordania, Iraq, Emirati Arabi, Grecia, Spagna e Francia. E la sua poesia è stata tradotta in inglese, francese, italiano e tedesco. La voce poetica di Ali Al Ameri , come sostiene Maria Del Castillo Sucerquia, è contemplativa e sonora. Le sue immagini scorrono come ruscello che bacia le pietre e fa fiorire il muschio. Nella sua poesia, la donna e la natura sono una simbiosi di ciò che costituisce la base primordiale della comunità e del maschile stesso; paradiso che piange l'assenza degli amanti tanto quanto al mondo manca l’essere paradiso. Il poeta trova il senso della vita, nell'espressione femminile stessa.

Visiona il testo originale sul sito del Festival di Medellin a questo link:



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