Lettera del poeta Benito D'Agnano per «Carne e Sangue»

Professore carissimo, 

ho atteso un bel po' prima di contattarti, come promesso, perché mi sono trovato in seria difficoltà nell'esprimere il mio pensiero. Non trovavo le parole adatte alla bellezza e all'altezza della tua poesia. Si, la tua è davvero alta poesia. Una poesia che ti scivola dentro come acqua che si adatta a qualsiasi tipo di terreno e sa trovare tutti gli anfratti e i circuiti per arrivare allo sbocco. 

Ho letto e riletto ed ogni volta ho trovato un libro nuovo. Ho ammirata la profonda conoscenza della lingua che ha permesso di palleggiare le parole a piacimento per creare metafore e immagini originali e scioccanti. Ho avuto spesso "invidia" durante la lettura nell'ammirare quella semplicità di eloquio che è appannaggio solo di pochi eletti. Mi ha toccato tanto anche la capacità di trarre dall'anima di chi legge quelle emozioni vissute e dormienti e di far vibrare le corde del cuore, creando consonanza con le proprie. Grazie di cuore, davvero! 

Benito D'Agnano


È stato come spalancare la finestra perché in casa entri aria pura ed offrire allo sguardo lo spettacolo meraviglioso di un mondo che da sempre sogniamo... Un osservare nuovi scenari emozionali.
La poesia è essenzialmente capacità di concentrare in un breve pensiero, in una sola parola, un intero vissuto. Una per tutte: "VLORA" dove un pittore non avrebbe saputo fare meglio per ritrarre immagini così marcate e vive. Qui il poeta in una paginetta e mezza presenta nei suoi particolari tutto il calvario di popoli spinti dallo sfruttamento di secoli, dalla fame, dal desiderio di una vita più vivibile. Abbandona tutto per affrontare l'avventura di viaggi che, fra cattiveria umana e pericoli naturali, li falcidiano inesorabilmente. 

Poche le parole ma potenti le metafore e terribilmente vive le immagini. E, a saper leggere, quanta verità nella presentazione di comportamenti errati che il poeta, mettendo in gioco se stesso, stigmatizza sulla sua persona per prima. 

VLORA  

 

Vlora dolcissima
Di canna cubana
Vlora sospesa
Di rotte sconosciute
Di destini incerta
Vlora pesante
Di speranza e morsi
Vlora che vieni
Vlora che vai
Vlora che torni
E non ritorni mai.  

 

Vlora bon-bon traboccante di crema
Dentifricio aperto
Pentola che ribolle 
Pronta per il banchetto
Vulcano fertile di lava accesa.
Vlora che urli un silenzio sfatto
Di corpi sfiniti d'attenzione
Vlora che chiedi
Vlora che dai
Vlora che fai
E non reclami mai. 

 

Vlora ricordo
Guscio placenta culla
Vlora preghiera poesia impresa
Vlora che sogni il sole ad occidente
Canto e lamento
Verso ottomano ritmo greco melodia balcanica
Scintille di ferro forchette scrivanie
Vlora che apprendi
Vlora che insegni
Vlora che studi
E non escludi mai. 

 

Vlora combattente
Studente ribelle e liturgia ortodossa
Elmo guerriero e casco da cantiere
Antico gioiello nuziale
Sudicia tuta blu
Prezioso ricamo a filo d'oro antico
Grembiule sporco da dodici ore
Vlora dimentica
Vlora memoria
Vlora che salvi
E non ti scordi mai. 

 

Vlora di testa
Vlora di sangue
Vlora che specchi limiti e slanci
Fondine pronte e porte spalancate
Fregi e divise e costole a vista
Diaspora e abbraccio
Vlora che sogni
Vlora che crei
Vlora che voli
E non atterri mai.

Quanta bellezza espositiva, quanta piacevolezza di eloquio! E senza mai salire in cattedra, senza saccenteria, senza narcisismi di sorta.

Non sono stato comunque capace di dirti tutto quel che ho vissuto nel leggere. Mi è rimasto dentro tanto ancora che mi sforzerò di tradurre in parole in un proseguio di contatti, se mi sarà permesso.

Ci risentiremo per i dettagli sulle figure retoriche, sulle immagini meravigliose e sui temi trattati nelle varie liriche.

Benito D'Agnano


V. DAVOLI, Carne e sangue, Tabula fati, Chieti 2022
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