Prefazione a "CUOREMOTO" la nuova antologia solidale curata da SANTA VETTURI

Sperimentare il mondo, farlo diventare nostro e diventarne parte

Ha un senso il mettersi e lo stare insieme quando si parla di poesia. Evanescente a volte, certo; altre volte un po’ forzato ma radunarsi attorno alla traduzione concreta di un impegno che, in un modo o nell’altro, generi un risultato tangibile vuol dire anche implicitamente ammettere e condividere un senso e un valore della poesia – e direi anche un potere – nel trasmettere la concretezza dell’esperienza umana, di andata e di ritorno, e nel veicolare emozioni e significati che vanno al di là della superficie estetica e teorica.

Da tempo l’infaticabile curatrice Santa Vetturi ci ha abituato ad iniziative che, raccogliendo attorno alla poesia poeti di estrazione, spessore, provenienza ed estetica differenti – anche molto distanti gli uni dagli altri – si traducono in gesti concreti che finiscono in modo del tutto appropriato a “colpire nel segno”, a raggiungere gli obiettivi predeterminati. Detesto usare il termine beneficienza sebbene l’etimo della parola restituisca in modo più che degno il senso della semplicità destrutturata di un gesto pulito: preferisco la parola impegno e in questo senso la Vetturi sorprende davvero per dedizione e abnegazione, evidentemente animata da un’idea precisa di cosa possano fare la poesia e l’arte, di quali siano i limiti fino ai quali ci si possa spingere e – perché no? – fin dove sia possibile giocarsi l’avventura di forzare quegli stessi limiti.


«La poesia è un modo di sperimentare il mondo, di farlo diventare nostro e di farci diventare parte di esso» (Derek Walcott). Se questa asserzione del Nobel per la Letteratura (1992) può configurarsi come un motore rispetto a questa esperienza antologica, allora c’é poco di meglio che raccontarsi il mondo in versi, raccontarlo fuori e, continuando a raccontarlo, quasi costruendolo e dipingendolo nelle dimensioni dell’esperienza del reale, scoprire di farne parte a pieno e ipso facto assumere la consapevolezza di non potersi sottrarre all’impegno, appunto, a cui ogni essere umano è chiamato rispetto alla propria esistenza. “Noi lo facciamo con la poesia e con l’arte”, sembra raccontare questa antologia. Direi, anzi, con le poesie! Giacché se poiesis è atto generativo, allora all’osservazione della realtà non potrà che seguire una “selezione”, una sorta di discernimento del bene dal male, un setaccio che elimini le impurità e contribuisca a (ri)creare i tasselli di un puzzle che esprimeranno l’ambizione, fosse anche hybris, di ristrutturare e restaurare, ognuno nel proprio, la realtà a cui tutti apparteniamo. E un puzzle è fatto da migliaia di tasselli, tutti diversi tra loro, così come un’antologia è fatta da numerosi contributi, ognuno con le sue proprie peculiarità.

Si passa così dallo scandaglio delle profondità dell’animo umano attraverso l’immersione nelle emozioni, nelle riflessioni e nelle esperienze di poeti provenienti da diverse culture e backgrounds e si arriva all’osservazione della realtà, da quella che più aderisce alla pelle a quella apparentemente più distante ma “vittima” anch’essa della proverbiale farfalla che sbatte le ali in Cina. E si attraversa un percorso espressivo quanto mai ricco che abbraccia tanto intenso lirismo quanto amara ironia. Ogni poeta ha il suo stile unico e la sua voce distintiva e so con questo di aver detto una tra le più “quotate” ovvietà. Meno ovvio, invece è il modo in cui si fondono insieme, condizionato dal contesto (come in questo caso) o dal punto di vista del lettore a cui è demandata la libertà più assoluta di girare e rigirare questo progetto come più gli aggrada per poterlo osservare, come un prisma o un caleidoscopio, dalle prospettive più diverse e godere così di un mosaico di parole e immagini che catturano l’essenza della condizione umana e del suo rapporto con l’altro, fosse anche esso un elemento della natura, una circostanza più o meno determinante o perfino un altro essere umano, l’altro da sé. Le espressioni artistiche più varie trovano così cittadinanza piena in un contesto così aperto e non a caso la pluralità delle forme d’arte fa da controcanto alla varietà dei poeti e degli artisti che qui si esprimono, anche in termini di provenienza e nazionalità, se è vero, com’è vero, che «L’arte – come sostiene il regista e attivista cinese Ài Wèiwèi – è un riflesso della nostra umanità condivisa. È un modo per connettersi e comunicare esperienze comuni tra persone di culture diverse».

Abbandonàti, dunque – quasi paradossalmente – rituali collettivi e liturgie settarie è altra la strada che si percorre nello sforzo reale di riconnessione con la realtà e con le sue espressioni più concrete. E non si tratta né di anarchismo letterario né tantomeno di individualismo poetico. Più semplicemente qui si sceglie di opporre al silenzio la parola; a muri, confini e fili spinati si oppongono porte spalancate e superamento dei confini; ai rigidi canoni della purezza autocratica si oppone il fascino allegro delle mescolanze; ai piedistalli di marmo e oro si oppongono le buche per la semina nella terra; alla retorica si oppone la persona umana; al nero i colori, all’esclusività l’ospitalità, al narcisismo la disponibilità, alla violenza di un sopruso l’entusiasmo di un abbraccio, alle urla il canto, al dolore la speranza, alla morte la creazione, la poiesis, appunto, e così, ciascuno a suo modo, restituisce i suoi occhi e le sue mani al reale e se le riprende rinnovate dalla consapevolezza.

«La poesia è il linguaggio dell’anima. Attraverso di essa, possiamo toccare le profondità della nostra esistenza e comprendere la realtà in modo più profondo» (Rumi). E attraverso le pagine di questa antologia, il lettore avrà l’opportunità di esplorare e confrontarsi con temi e sfide della vita quotidiana, attraverso sollecitazioni alle riflessioni su natura e significato dell’esistenza stessa e magari, acquisitane consapevolezza, tradurre e sperimentare su se stesso quell’impegno ad offrire il proprio contributo. Ogni espressione artistica non è che un invito a riflettere (non solo nel senso di pensare ma più propriamente nel senso di restituire un riflesso), a connettersi con le emozioni e a scoprire nuove prospettive come forme e perimetro all’interno del quale, a sua volta, fare, poiein, creare.

Ogni poeta e ogni artista di questa collettanea ha dimostrato una propria sapienza espressiva nell’uso delle parole o delle immagini, una capacità di trasmettere sentimenti complessi e una profonda sensibilità verso il mondo che li circonda.

Dopotutto la poesia e l’arte hanno il potere di toccare le corde più intime dell’anima, sia in andata che in ritorno, come si diceva all’inizio; di ispirare, di consolare e di far riflettere. Si tratta, in fondo, di quell’essere tutti parte di qualcosa di più grande, di prendere coscienza che le nostre esperienze e le nostre emozioni sono universali e occupano lo stesso posto che noi stessi occupiamo nella dimensione alla quale tutti inevitabilmente apparteniamo.

Possano allora queste pagine essere un invito a esplorare, a sognare e a lasciarsi coinvolgere dalle parole che danzano sulla carta e magari, danzando, trasformarsi in un impegno concreto che attraverso la poesia e l’arte traducano la realtà nella sua lingua migliore poiché «L’arte è una forza che può cambiare il mondo. Attraverso di essa, possiamo promuovere la comprensione, l’empatia e la pace tra i popoli».
(Nelson Mandela)


AA. VV., Cuoremoto. Parole e colori per i bambini di Turchia, Siria e Marocco, WIP Edizioni 2023

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