ANGIULI, DAVOLI e PALUMBO, la triade pugliese della poesia civile secondo DANIELE MARIA PEGORARI
Un profondo ringraziamento al prof. Daniele Maria Pegorari per questo interessante articolo comparso su la Repubblica del 25 aprile 2025. Recensendo la recente antologia curata dal prof. Giuseppe Langella, Sfilata d'alti modi (La Scuola di Pitagora, Milano 2024), il critico barese segnala la presenza del sottoscritto insieme a Gianni Antonio Palumbo e al poeta barese Lino Angiuli quali voci di spicco della poesia civile in Italia.
Angiuli, Davoli e Palumbo. La poesia civile in Italia spicca con tre voci pugliesi
di Daniele Maria Pegorari
Nell'antologia Sfilata d'alti modi, gli omaggi in versi degli autori baresi alle figure di Garcia Lorca, Castro e Bonhoeffer
Da più di un secolo identifichiamo la poesia con la linea simbolismo-orfismo-intimismo, dimenticando che essa può e deve anche scuotere le coscienze dinanzi ai drammi della Storia; abbiamo smesso di apprezzare una scrittura che 'faccia i nomi e i cognomi', che attinga alla cronaca le proprie ispirazioni, che denunci gli orrori o indichi speranze collettive.
I poeti che tentano questa strada spesso sono rimproverati di confondere la poesia col giornalismo e di cedere al cattivo gusto dell'invettiva. Si propone, invece, di spronare i poeti a prendere posizione e a rompere la superficie levigata del "politicamente corretto" Giuseppe Langella, italianista e poeta milanese, inaugurando la sua collana "Fendinebbia" con l'antologia Sfilata d'alti modi. Ritratti poetici di figure esemplari (La scuola di pitagora), la quale risponde a una precisa consegna: ricordare donne e uomini celebri, meno noti o persino oscuri che hanno speso la vita nell'impegno per il prossimo, senza risparmio di sé, senza prudenze e senza secondi fini.
Il titolo dell'antologia è ironico (secondo lo stile tipico del curatore) e allude alla carrellata di piccoli e grandi eroi a cui hanno scelto di dedicar i propri versi trentatré poetesse e poeti contemporanei di diverse generazioni e provenienze, dalla Toscana all'Emilia Romagna, da Milano a Roma, passando per un significativo spazio riservato anche alla Puglia: il ben noto funambolismo verbale di Lino Angiuli, la grazia del quotidiano di Vito Davoli e la ricercatezza alessandrina di Gianni Antonio Palumbo sono certo tre strade diverse, ma convergono nel domandare alla poesia di esprimere una dimensione etica, per la quale la scrittura si colloca, sì, su un piano di autonomia dal mondo, ma non per ripiegarsi su se stessa, bensì per suggerire una rifondazione della realtà.
Sfogliando la raccolta spiccano i monumenti lirici che i tre autori dedicano rispettivamente al poeta Federico Garcia Lorca, al rivoluzionario cubano Fidel Castro e al teologo Dietrich Bonhoeffer, e poi veniamo trascinati a scoprire il 'pantheon' civile allestito da altri ottimi poeti italiani (da Bertoni a Carrai, da Di Malta a Donzelli, da Fo a Lamarque, da Temporelli allo stesso Langella).
Si tratta di umili operatori di pace, come papa Francesco e il santo di cui aveva deciso di portare il nome, Celeste "dei Garofani" (da cui prese il nome la rivoluzione democratica portoghese del 1974), Francesco Panzera (insegnante ucciso dalla mafia nel 1982), padre Turoldo, i sette monaci trappisti assassinati in Algeria nel 1996, Gandhi, fino al cittadino moscovita che sul ghiaccio di Gorky Park ha graffiato le parole «NO alla Guerra», finendo in cella per dieci giorni; leggiamo poi di scrittori e giornalisti che hanno fatto della letteratura un inno alla libertà come Sibilla Aleramo, Carlo Cassola, Eraldo Affinati, Marina Cvetaeva o, ancora, di giornalisti e insegnanti la cui professione si è trasformata in una vocazione alla testimonianza come Renzo Gherardini, Massimo Vetta, Francesco Panzera, Juliane Assange e Ida Magli.
Non tutti i loro nomi sono stati adeguatamente illuminati nella memoria pubblica ma questa bella Sfilata d'alti modi li parifica tutti come segno di una «Giustizia compiuta in dono alle genti / [...] scudo e sostegno dei buoni [...] / Mandati ad estirpare la gramigna», per dirla con i versi di Langella.
Più d'uno, ormai, parla di questi nostri anni come del tempo della "postdemocrazia"; ma nella nebbia che ci avvolge, una luce - fioca ma inestinguibile - ci viene dalla poesia.
Daniele Maria Pegorari
AA. VV., Sfilata d'alti modi, a cura di Giuseppe Langella, La Scuola di Pitagora 2024
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